SAPERE AUDE!1
My work is built on the concept of the “invisible evil.”
The "invisible evil”, is evil which is done for the “greater good” - a particular form of violence which is masked rather than violence which is declared. This specific kind of violence hides behind good intentions with the ultimate goal of guaranteeing one’s self-preservation from harm. However, notwithstanding good intentions, this kind of violence is no different than more overt kinds of violence, as it inevitably produces the same consequences.In fact, the constant imposition of this “invisible evil” on a person will, in most instances, lead to the abolition of one’s identity and sense of self. In some cases, it can mean death.

The “invisible evil” is not made of gesture or action; it is not made of opinion. Rather, total and complete indifference toward violence imposed on another, and words chosen to justify it. Evil done for the “greater good” is grounded in fear and prejudice. It is exactly fear which sets an insurmountable difference between what is (like) “me” and what is “different”.

Fear caused by this lack of understanding can be abolished through knowledge itself and those elements which are ultimately integral part of the sociological and political duties of man, as being capable of contentiousness. Understanding of the origins of this “invisible evil” is the only thing that can make its prevention possible.


1“Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” tratto da I. Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?, a cura di Matteo Bensi, Edizioni ETS, 2013, Pisa; p. 34.
Il mio lavoro si edifica sulla ricerca inerente il male “invisibile”.
Il “male fatto per bene” o invisibile è una particolare forma di violenza in cui il male viene mascherato anziché dichiarato. Questa specifica forma di violenza viene nascosta dietro a buone intenzioni al fine di garantire la propria autoconservazione ritenuta in pericolo. Nonostante i buoni propositi questa forma di male non si differenzia nelle conseguenze da quello violento e dichiarato. La costante sottoposizione dell’individuo ad una violenza “invisibile” in svariati casi ne provoca l’annullamento identitario e può provocarne addirittura la morte.
A far parte della violenza invisibile non sono tanto i gesti quanto i non-gesti (la non presa di posizione in “difesa di”), l’indifferenza (ad un male subito da altri) e soprattutto le parole.

Le svariate declinazioni del “male fatto per bene” identificano nella paura e nel conseguente pregiudizio le loro fondamenta. È proprio la paura l’elemento che pone un limite, all’apparenza invalicabile, tra “me” ed il “diverso”.

Attraverso la comprensione dell’origine generativa del male invisibile è possibile impedirne l’avvenimento. La paura generata dalla non conoscenza può essere eliminata proprio attraverso la conoscenza stessa, elemento che fa parte delle responsabilità socio-politiche dell’uomo, in quanto essere pensante.


1“Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” tratto da I. Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?, a cura di Matteo Bensi, Edizioni ETS, 2013, Pisa; p. 34.